Vivono nel leggendario pozzo di Urd, in luoghi profondi, nelle grotte, nelle acque buie degli abissi, tra le radici degli alberi sacri, e tra i capelli intrecciati delle donne che attendono indicazioni dal loro cuore.
Sono le tessitrici del passato, del presente e del futuro: sono le tre Norne.
Il filo viene ordito dalle loro abili mani e la vita scorre, mentre un’altra corazza si forma tra il cuore e le labbra.
E allora la voce tace, le mani si nascondono perché tremano e il filo scivola.
Fa troppa paura e con i capelli sciolti si sente troppo il vento che arruffa e scombina i pensieri. Allora spalle dritte e capelli raccolti e legati stretti perché potrebbero manifestare i sentimenti e le emozioni, potrebbero liberare il loro profumo di rosa, e nessuno lo deve sentire, non adesso. Non oggi. Forse domani o mai più.
Le tre Norne sono dentro i corridoi bui della coscienza e, nelle notti senza il benestare del riposo, si sente cigolare il loro telaio per ricordare che non si può aspettare, che il momento è adesso e non domani. Il fiore si apre a primavera, che ci sia il Sole o la pioggia, che l’aria sia ancora frizzante o calda poco importa. È il suo momento, quello e nessun altro!
E il telaio scricchiola sempre di più, dormire è impossibile. Basterebbe solo un passo, le Norne vogliono solo quel passo, perché l’arazzo del destino sia ricco di colori e scoppi di risa, d’amore incondizionato e baci sulle labbra.
I giorni vuoti vengono intessuti con lo stesso colore delle occasioni perdute, e le parole trattenute sulla lingua hanno il colore delle memorie dimenticate; alle tre Norne questi colori non piacciono.
Urdr la Norna anziana, il cui nome significa “destino”, è colei che controlla la trama dell’arazzo affinché corrisponda alla realizzazione dell’opera prefissata dall’anima, è la vecchia che compare negli incubi e porta terrore se l’opera non è come deve essere.
Verdandi, la Norna senza età, né giovane, né vecchia. Lei è il “divenire”, la trasformazione, perché non è mai troppo tardi, le seconde occasioni arrivano e bisogna saperle cogliere, anche se si ha paura, anche se il sentiero è nascosto dai detriti e dalle macerie delle opportunità mancate.
Skuld, la terza Norna, è la più giovane, porta con sé il significato di “debito” o “colpa”, ed è il passato. Tutto quello che siamo stati, nel bene e nel male, Skuld lo fa vedere con l’innocenza della fanciulla, senza ragione né torto, senza timore o vergogna. Perché l’intrico del personale arazzo è ciò che le esperienze hanno creato.
Portiamo nel presente il dolore delle vecchie ferite nascoste, senza paura, e permettiamoci di togliere il bendaggio logoro affinché accada il naturale processo di guarigione.
Va solo visto e amato.
Le rughe intorno agli occhi, i lineamenti a volte estranei nel riflesso dello specchio, e quella determinazione che cerca di germogliare malgrado la dura terra inaridita dalla paura.
Il passato, il presente e il futuro sono qui, ora, e in ogni altro momento.
Perché se quel passo verrà fatto, nella profondità del buio, la mappa delle stelle sarà pronta ad indicare la via…
Ma ricordiamoci di sciogliere i capelli e lasciare che diffondano nell’aria il loro profumo di rose.
Enrica